L’Europa per i giovani

di avv. Barbara Carnio

 

“I giovani desiderano assumere il controllo della propria vita e partecipare con il loro impegno e sostegno alla società civile. Per molti di loro tuttavia il futuro è reso incerto dai cambiamenti tecnologici, dalle tendenze demografiche, dalla discriminazione, dall’esclusione sociale, dalla circolazione di notizie false e dal populismo, tutti fenomeni che hanno effetti ancora sconosciuti sull’occupazione, sulle competenze e sui meccanismi di funzionamento delle nostre democrazie. Oggi più che mai i giovani devono dare prova di resilienza ed essere in grado di adattarsi a queste sfide. Essi dovrebbero acquisire le competenze necessarie per contribuire allo sviluppo di società prospere, democratiche e coese, in Europa e nel resto del mondo. Nel mondo interconnesso in cui viviamo molti giovani esprimono preoccupazione di fronte a problemi globali quali il cambiamento climatico oppure la pace e la sicurezza”.

Con queste parole si apre la “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni” del 22 maggio 2018 con cui viene evidenziata la necessità di adottare “una nuova strategia dell’UE per la gioventù”.

La strategia dell’Unione Europea per la gioventù 2019-2027 si fonda sulla “Risoluzione del Consiglio dell’Unione europea e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, su un quadro di cooperazione europea in materia di gioventù” adottata il successivo 26 novembre 2018, e costituisce il quadro di riferimento per la collaborazione a livello europeo sulle politiche giovanili nel periodo 2019-2027.

Tale collaborazione, sfruttando al massimo le potenzialità offerte dalle politiche per i giovani, ha l’obiettivo di promuovere la loro partecipazione alla vita democratica, sostenerne l’impegno sociale e civico e garantire che dispongano delle risorse necessarie per prendere parte alla società in cui vivono.

La strategia dell’Unione Europea per la gioventù riguarda tre fondamentali settori di intervento riassumibili nei seguenti termini “mobilitare, collegare, responsabilizzare”, e si avvale di strumenti diversi quali, ad esempio, le attività di apprendimento reciproco, i pianificatori delle future attività nazionali, il dialogo con i giovani, la piattaforma della strategia per la gioventù, ecc.

Il contatto della Commissione europea e punto di riferimento visibile per i giovani è il coordinatore dell'U.E. per la gioventù.

Tra il 2017 ed il 2018 nell’ambito del 6° ciclo del “Dialogo dell’U.E. con i giovani – Gioventù in Europa: cosa c’è dopo?” sono stati raccolti i punti di vista dei giovani europei ed elaborati gli undici “obiettivi europei per i giovani”, che riflettono le loro opinioni, rappresentando, in particolare, la visione di chi tra loro è attivo nell’ambito degli Youth Dialogue (un meccanismo di dialogo tra giovani e responsabili politici).

Gl undici obiettivi, che sono stati aggiunti alla Strategia dell’U.E. per la gioventù, sono i seguenti: 1. Collegamento dell'Europa con i giovani; 2. Uguaglianza di tutti i sessi; 3. Società inclusive; 4. Informazioni e dialogo costruttivo; 5. Salute mentale e benessere; 6. Progresso della gioventù rurale; 7. Lavoro di qualità per tutti; 8. Apprendimento di qualità; 9. Spazio e partecipazione per tutti; 10. Europa verde sostenibile e 11. Organizzazioni giovanili e programmi europei.

Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, nel discorso sullo stato dell’Unione tenuto nel 2021 ha proclamo il 2022 “Anno Europeo dei Giovani”.

Dall’inizio dello scorso anno, quindi, la Commissione ha coordinato con il Parlamento Europeo, gli Stati membri, le autorità regionali e locali, le organizzazioni giovanili ed i giovani stessi una serie di attività, avendo di mira la realizzazione di quattro obiettivi fondamentali:

  • integrare le politiche a favore dei giovani in tutti i settori strategici dell'Unione (in linea con la strategia dell'UE per la gioventù 20192027);
  • aiutare i giovani a comprendere e, quindi, cogliere meglio le opportunità a loro disposizione, anche in ambito europeo;
  • sostenere i giovani, specialmente quelli con minori opportunità, affinché possano diventare cittadini attivi e impegnati;
  • rinnovare le prospettive positive per i giovani, evidenziando le opportunità offerte dalla transizione verde e digitale.

Un ruolo centrale nella realizzazione (ma anche nel finanziamento) di tali attività è stato ricoperto dai molti programmi dell’Unione Europea dedicati ai giovani e dalle organizzazioni giovanili.

Importanza fondamentale riveste il Portale europeo per i giovani: un sito web multilingue che consente di accedere alle informazioni ed alle opportunità europee esistenti (nell’ambito dell’istruzione, della partecipazione, della cultura, dell’inclusione sociale, della salute, della mobilità e del volontariato) rivolte ai giovani di età compresa tra i 13 ed i 30 anni.

Il Portale è anche promotore del Corpo europeo di solidarietà gestito dalla Commissione Europea che fornisce finanziamenti e sovvenzioni al fine di aiutare ed incentivare i giovani (dai 17/18 fino ai 30 anni) ad iniziare e/o a partecipare a progetti che vanno a beneficio delle comunità, specie quelle più vulnerabili, sia nel proprio Paese che all’estero.

Si tratta, ad esempio, di fare attività di volontariato (a livello europeo ed internazionale e, anche, nel settore degli aiuti umanitari), di seguire tirocini (ad esempio nelle istituzioni, organi o agenzie dell’U.E.), di svolgere attività lavorativa, di partecipare ad iniziative locali di solidarietà.

I progetti riguardano una molteplicità di aspetti: la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, il miglioramento della sicurezza alimentare, la promozione della parità di genere, la tutela di donne e bambini, la preparazione a fornire aiuti in caso di catastrofi, la protezione dei rifugiati e degli sfollati interni e dei migranti privi di documenti, ecc.

Nel corso del 2022 la Commissione Europea e l’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura hanno organizzato i Youth Talks” cioè i “Colloqui giovanili”.

Si tratta di discorsi tenuti da giovani per i giovani, eseguiti di fronte ad un pubblico dal vivo e trasmessi in streaming e registrati. Gli oratori vengono formati e supportati da un professionista per migliorare la capacità di parlare in pubblico: un discorso vuole, infatti, essere anche un’esperienza di apprendimento. I “Youth Talks” forniscono ai giovani una piattaforma on line dinamica e ad accesso aperto dove si possono esprimere, essere ascoltati, discutere le questioni per loro importanti affinché gli Stati arrivino ad elaborare nuovi modelli di istruzione ed educazione maggiormente adatti alle sfide che i giovani devono affrontare.

Sempre nel 2022 la Commissione Europea ha lanciato la Youth Voices Platform: una piattaforma in cui i giovani possono registrare in qualsiasi lingua un messaggio vocale per esprimere la loro opinione sulle tematiche fondamentali per il futuro dell’Europa (istruzione, occupazione, pace, sicurezza, cambiamenti climatici, salute fisica e mentale) e per esprimere come sarebbe la loro Europa ideale.

Il messaggio viene aggiunto alla piattaforma (con traduzione scritta in inglese) e viene poi trasmesso alla Commissione Europea per favorire il collegamento dei giovani con le politiche comunitarie e per incentivarli a partecipare attivamente alla creazione del futuro dell’Europa.

Uno dei progetti più noto e longevo finanziato dall’Unione Europeo per incentivare la mobilità giovanile all’estero è il Progetto Erasmus che nel 2021 è stato rinnovato per il periodo 2021-2027 con un budget di circa 28,4 miliardi di Euro: quasi raddoppiato rispetto al periodo precedente (2014-2020).

L’Erasmus consente agli studenti universitari (che hanno completato il primo anno di una delle Università accreditate al programma Erasmus+ e che hanno un livello di conoscenza linguistica adeguato, di norma certificato dalla facoltà di provenienza) di svolgere un periodo di studio sovvenzionato con una borsa di studio in un’Università di un altro Paese membro dell’Unione o in un Paese extra-europeo partner del programma.

Studiare all’estero consente di apprendere al meglio le lingue straniere e di acquisire competenze interculturali. Il confronto con sistemi di istruzione diversi, inoltre, arricchisce gli studenti con nuove prospettive e spunti, che possono essere utili per il loro percorso formativo.

I temi chiave del progetto Erasmus+ per il periodo 2021-2027 sono l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione.

I posti sono limitati e nella selezione hanno priorità gli studenti con una media alta e un buon numero di esami sostenuti: ciò per incentivare l’impegno e la resa negli studi. Prima di partire lo studente dovrà stilare un “Learning Agreement”, ossia un piano di studio con gli esami che intende sostenere all’estero che dovrà concordare con l’Università di appartenenza, con quella ospitante e con il coordinatore Erasmus. Per l’Italia questo documento è fondamentale perché consente il successivo riconoscimento in Italia degli esami sostenuti durante il periodo di studio all’estero.

La borsa di studio Erasmus non include l’alloggio: lo studente può soggiornare nei dormitori o studentati presso le Università che ne sono fornite o trovare una stanza in affitto in una casa condivisa: per aiutare i giovani in tale ricerca esistono appositi siti come Uniplaces e Homestay.

Anche se non dedicata esclusivamente ai giovani, merita una menzione anche EURES: una rete gratuita e multilingue di cooperazione europea per l’impiego che è stata concepita nel 1994 per facilitare la libera circolazione dei lavoratori.

La rete ha lo scopo di permettere a tutti i cittadini europei di godere delle stesse opportunità, a prescindere dalle differenze culturali, dalle barriere linguistiche, dagli ostacoli burocratici, dalle diverse leggi sul lavoro e dal mancato riconoscimento dei certificati scolastici tra i diversi Stati. A tal fine, fornisce informazione, consulenza, orientamento e reclutamento a chi cerca e offre lavoro in Europa e a chi intende trasferirsi in un altro Paese per lavoro, tirocinio o apprendistato. Evidente la sua utilità anche per i più giovani.

Restando nell’ambito lavorativo l’Unione Europa interviene per supportare i giovani nella realizzazione dei loro progetti fornendo concreti aiuti economici con i finanziamenti a fondo perduto: il beneficiario del prestito non dovrà restituire l’intero importo ottenuto perché una parte è, appunto a “fondo perduto”. Il restante importo, inoltre, verrà restituito con un piano di rimborso agevolato.

Per poter accedere ai bandi, sono necessari requisiti specifici. Quasi sempre, tuttavia, non potrà presentare domanda chi è segnalato come cattivo pagatore o chi non è regolare nel versamento dei contributi agli eventuali lavoratori dipendenti o, ancora, chi ha subito una condanna penale negli ultimi dieci anni.

In Italia, tra i bandi già aperti nel 2023 per poter accedere ai finanziamenti europei a fondo perduto si può, ad esempio, citare:

On oltre nuove imprese a tasso zero”: un incentivo rivolto alle imprese con una compagine sociale composta per almeno il 51% da giovani under 35 e da donne di tutte le età, e che prevede non solo un contributo a fondo perduto, ma anche un finanziamento agevolato per i progetti di impresa con spese fino a tre milioni di Euro.

Resto al Sud 2023” che riconosce un incentivo per il 50% come fondo perduto e per il 50% come finanziamento bancario a chi ha un’età compresa tra i 18 ed i 55 anni per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali nel Sud Italia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia, nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro Nord.

Smart&Smart Italia” che si rivolge a chi intende avviare una start up innovativa “ad alto contenuto tecnologico per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’economia digitale, per valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e per incoraggiare il rientro dei «cervelli» dall’estero” con la concessione di un finanziamento agevolato per un importo pari all’80% delle spese ammissibili, elevabile al 90% nel caso in cui la start up sia interamente composta da donne e/o da giovani under 36.

L’Unione Europea è consapevole delle difficoltà che i giovani stanno incontrando in questa epoca storica, interviene in modo attivo riconoscendo loro centralità e visibilità supportandoli, anche economicamente, nell’esprimere le loro opinioni e nell’essere resilienti per raggiungere i loro traguardi e realizzare le loro aspettative.

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