Per la Cassazione entrambi i coniugi devono contribuire al pagamento del mutuo. Il coniuge che ha pagato il mutuo per l’intero ha diritto alla restituzione della metà
Il trasferimento infraquinquennale dell’immobile in favore di un terzo non comporta la decadenza dai benefici “prima casa” se avviene nell’ambito degli accordi di separazione o divorzio
Corte di Giustizia dell'Unione Europea: le tutele della lavoratrice autonoma che cessa l'attività per la nascita del figlio
La prova della costituzione di una famiglia di fatto fa venir meno il diritto all’assegno divorzile e può essere data con la deposizione di un investigatore privato
Diverso è il regime di trascrizione dei matrimoni omosessuali a seconda che riguardino anche cittadini italiani o solo cittadini stranieri
Scioglimento dell’unione civile: la comunicazione all’Ufficiale dello Stato Civile non è condizione di procedibilità del ricorso giudiziale
Lo Stato è responsabile della mancata trascrizione nei registri dello stato civile dei matrimoni omosessuali di cittadini italiani celebrati all’estero
Nel contrasto tra i genitori sulla scelta della scuola pubblica o privata decide il Giudice senza ascoltare il minore
Il Tribunale per i Minorenni italiano è competente nei procedimenti di decadenza della responsabilità genitoriale su un minore straniero residente abitualmente in Italia
Nei procedimenti de potestate la difesa tecnica delle parti è solo eventuale e la tutela del superiore interesse del minore è garantita dalla partecipazione del PM
Il Tribunale dei Minorenni di Caltanissetta utilizza l’art. 25 del RD 1404/34 per disporre il monitoraggio di un giovane utilizzatore di wa anche al fine di verificare le capacità educative e di vigilanza della madre
Il collocamento di un minore in struttura si attua attraverso l’esecuzione forzata degli obblighi di fare
L’ex marito che non paga l’assegno di mantenimento e minaccia il coniuge da cui ha divorziato va condannato al risarcimento dei danni morali
Sulla decadenza dalla responsabilità genitoriale decide il Tribunale (per i minorenni o ordinario) adito per primo
Per la Cassazione l’omesso ascolto della minore dodicenne determina la nullità del procedimento avente ad oggetto il riconoscimento di paternità
Ammissibilità dell'impugnazione del riconoscimento del figlio naturale tra favor veritatis e interesse del minore
Un’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 291 c.c. permette di ridurre il divario di età previsto per l’adozione di maggiorenni
Il decreto di rimpatrio del minore sottratto (Convenzione dell’Aja 25 ottobre 1980) è revocabile in caso di sopravvenuto mutamento della situazione di fatto che lo ha originato
Accesso agli atti: il Consiglio di Stato rileva un conflitto in seno alle sue Sezioni e rimette la questione all’Adunanza plenaria
L’abbandono della casa coniugale non è motivo di addebito della separazione se il matrimonio è già in crisi
Irrilevante ai fini dell’assegno di mantenimento un aumento solo temporaneo dei redditi del marito separato
Provvedimenti in tema di mantenimento del coniuge e dei figli: quali limiti per la loro impugnabilità in Cassazione?
Condannato a risarcire il danno il padre che ostacola il rapporto tra il figlio e la moglie separata (che però non è senza colpe, e ne paga le conseguenze)
Deroghe all'affido condiviso per i figli nati fuori dal matrimonio: quando è possibile ridurre il diritto/dovere alla bigenitorialità
Il diritto del genitore al rimborso delle spese di mantenimento del figlio da parte dell’altro genitore inadempiente
L’assegnatario della casa familiare è tenuto al pagamento di tutte le spese correlate al suo utilizzo
Il minore è parte sostanziale del processo che lo riguarda ed ha diritto ad esser ascoltato, ma non è necessaria la sua partecipazione formale al processo
La residenza abituale dei minori, da valutare ai fini della giurisdizione, è un quid facti che dipende anche da indici di natura proiettiva e non muta in caso di temporaneo soggiorno in un altro Paese
La validità del vitalizio alimentare è condizionata dalla sussistenza dell’alea (che dev’essere valutata in concreto)
Secondo il GT del Tribunale di Vercelli può disporsi l’inserimento del beneficiario di ADS in una residenza sanitaria assistenziale nonostante il suo dissenso
Nessun obbligo di pagare le rette dei malati di Alzheimer per i familiari: lo conferma il Tribunale di Monza
Amministrazione di sostegno e capacità di donare: il G.T. del Tribunale di Vercelli solleva questione di legittimità costituzionale
La diffamazione via internet integra l’aggravante dell’aver commesso il fatto col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità
Per la Cassazione non viola il diritto di difesa la nomina del difensore di fiducia effettuata dall’amministratore di sostegno espressamente autorizzato dal Giudice Tutelare
L’ex marito che non paga l’assegno di mantenimento e minaccia il coniuge da cui ha divorziato va condannato al risarcimento dei danni morali
Obbligo informativo del medico, danno da “nascita indesiderata” e possibile conflitto di interessi tra genitori e figlio minore
Per la Cassazione non viola il diritto di difesa la nomina del difensore di fiducia effettuata dall’amministratore di sostegno espressamente autorizzato dal Giudice Tutelare
Per la Cassazione al prodigo, anche se non infermo di mente, può essere nominato un amministratore di sostegno, ma per il Tribunale di Modena non è così
Non può pronunciarsi la decadenza dalla responsabilità genitoriale nonostante le risultanze della CTU (favorevoli al genitore) e senza motivare adeguatamente in ordine all’interesse del minore
La Corte Costituzionale: il porto d’armi è un’eccezione al divieto di portare le armi, non un diritto
Mediazione obbligatoria, è dovuto il compenso al difensore della parte ammessa al gratuito patrocinio?
Protezione per lo straniero con deficit cognitivo che si è integrato nella struttura di accoglienza in Italia
La prova del danno è indispensabile per il risarcimento del pregiudizio da responsabilità genitoriale
La prosecution del mercy killing e del suicidio assistito nel sistema inglese: una questione di public interest?
Obbligo informativo del medico, danno da “nascita indesiderata” e possibile conflitto di interessi tra genitori e figlio minore
La prosecution del mercy killing e del suicidio assistito nel sistema inglese: una questione di public interest?
Il valore preminente della disabilità in tema di mantenimento del figlio maggiorenne portatore di handicap
Nessun obbligo di pagare le rette dei malati di Alzheimer per i familiari: lo conferma il Tribunale di Monza
Nessun obbligo di pagare le rette dei malati di Alzheimer per i familiari: lo conferma il Tribunale di Monza
In tema di prova della simulazione della donazione e di condizione di procedibilità del giudizio di divisione
L’acquisto del legato, con godimento dei beni, non implica la rinuncia a far valere i diritti del legittimario
L’azione del legatario in sostituzione di legittima con facoltà di chiedere il supplemento è qualificabile come actio in personam e non come azione di riduzione
Sottrazione di un minore dalla casa – famiglia: non può proporre querela il legale rappresentante della struttura
La proposta di legge governativa diretta ad abbassare l’imputabilità penale a 12 anni si confronta con la realtà
Il 6 aprile 2018 entra in vigore l'art 570 bis cp : violazione degli obblighi di assistenza familiare in caso di separazione o di scioglimento del matrimonio
Anche il genitore (già convivente more uxorio) che non versa l’assegno per il figlio minore è penalmente responsabile
Il 6 aprile 2018 entra in vigore l'art 570 bis cp : violazione degli obblighi di assistenza familiare in caso di separazione o di scioglimento del matrimonio
L’art. 570 bis c.p. riguarda anche gli obblighi di natura economica nei confronti dei figli nati fuori dal matrimonio
Commette reato chi usa le credenziali d’accesso a Facebook del coniuge per fotografare una chat privata
Diverso è il regime di trascrizione dei matrimoni omosessuali a seconda che riguardino anche cittadini italiani o solo cittadini stranieri
Nuovo Processo di nullità del matrimonio: la Santa Sede apre agli avvocati non graduati in Diritto Canonico
Nuovo Processo di nullità del matrimonio: la Santa Sede apre agli avvocati non graduati in Diritto Canonico
Il divorzio-lampo rumeno non è contrario all’ordine pubblico (ma la Cassazione dimostra di ignorare i Regolamenti europei sull’unificazione del diritto internazionale privato)
Lo Stato è responsabile della mancata trascrizione nei registri dello stato civile dei matrimoni omosessuali di cittadini italiani celebrati all’estero
Scioglimento dell’unione civile: la comunicazione all’Ufficiale dello Stato Civile non è condizione di procedibilità del ricorso giudiziale
Il trasferimento di residenza del genitore affidatario del figlio senza il consenso dell’altro: è giusto sanzionare?
La Cassazione chiude la vicenda dei “genitori nonni”: la bambina resti coi genitori adottivi ( … ma comunque sarebbe rimasta con loro)
Il riconoscimento giudiziale può essere negato solo in caso di comprovato, gravissimo danno per il figlio
Per la Cassazione l’omesso ascolto della minore dodicenne determina la nullità del procedimento avente ad oggetto il riconoscimento di paternità
Se i genitori vivono in continenti diversi la responsabilità genitoriale può essere esercitata per delega
Il divorzio-lampo rumeno non è contrario all’ordine pubblico (ma la Cassazione dimostra di ignorare i Regolamenti europei sull’unificazione del diritto internazionale privato)
I provvedimenti stranieri di affidamento in kafalah sono riconoscibili in base alle norme sulla protezione dei minori
Solo il creditore degli alimenti può scegliere di applicare la legge dello Stato di residenza abituale del creditore in alternativa a quella del proprio Stato di residenza abituale
Solo il creditore degli alimenti può scegliere di applicare la legge dello Stato di residenza abituale del creditore in alternativa a quella del proprio Stato di residenza abituale
La residenza abituale dei minori, da valutare ai fini della giurisdizione, è un quid facti che dipende anche da indici di natura proiettiva e non muta in caso di temporaneo soggiorno in un altro Paese
Acquisto di un immobile da parte del marito, procuratore generale della moglie, con provvista propria ed intestazione del bene anche al coniuge: donazione indiretta?02 LUGLIO 2021 | Donazioni | Donazioni indirettedi Alessandra Buzzavo, avvocato in Treviso La Corte d’appello di Venezia, con la sentenza emessa l’1.12.2020, affronta in modo articolato ed esteso il tema delle donazioni dirette e di quelle indirette, sotto i profili della causa del negozio e della forma da osservare. IL CASO. Il notaio Tizio conveniva in giudizio la moglie avvocato Caia, esponendo che i coniugi, in regime di separazione dei beni, avevano acquistato un immobile, con atto di compravendita 22.3.2011. All’atto di compravendita era intervenuto personalmente l’attore, sia in proprio, sia quale procuratore generale della moglie, giusta procura in data 21.7.2009. Il prezzo di acquisto dell’immobile ammontava ad Euro 490.000,00 ed era stato pagato come segue: quanto ad Euro 165.800,00 a mezzo assegni tratti dal conto corrente intestato allo studio notarile di Caio; la restante somma di Euro 373.200,00 mediante bonifico e assegni emessi utilizzando fondi esistenti su un conto corrente aperto il 9.3.2011 da entrambi i coniugi, e provenienti da un mutuo di Euro 315.120,00, contratto da entrambi, oltre ad un versamento effettuato dal solo attore, con assegno tratto da proprio conto corrente personale. L’attore specificava altresì che, dopo l’erogazione del mutuo, tutte le rate erano state pagate mediante bonifici tratti dal proprio conto corrente personale. Tizio deduceva poi di aver pagato ulteriori somme per spese notarili e spese condominiali relative all’immobile. Secondo l’attore, quindi, la moglie Caia risultava proprietaria del 50% di immobile, pur non avendo versato alcuna somma, neppure per il pagamento delle rate del mutuo. Aggiungeva che il 21.9.12 la moglie aveva abbandonato la casa coniugale e si era trasferita a casa della madre, revocando – in pari data - la procura generale a lui conferita. L’attore chiedeva pertanto, in via principale, l’accertamento della sua qualità di procuratore ad negotia, per conto e nell’interesse della moglie, e dell’entità delle somme dallo stesso anticipate nell’interesse della stessa, quantificate in Euro 160.772,91, fino al 31.3.2013, con la conseguente condanna del pagamento in suo favore di dette somme, utilizzate per il pagamento del prezzo della compravendita. In subordine, previo accertamento di una donazione diretta da lui posta in essere in favore della moglie, quale negozio dissimulato con la formale compravendita del 22.3.2011, ne chiedeva la declaratoria di nullità per mancanza dei requisiti di forma ex art. 782 c.c.. In via ulteriormente subordinata, previo accertamento che l’intestazione del 50% della proprietà dell’immobile dissimulava una donazione indiretta, chiedeva la revoca della stessa per ingratitudine ex art. 801 c.c., per essersi la donataria resa colpevole di ingiuria grave verso il coniuge a causa di una relazione adulterina. L’avvocato Caia si costituiva in giudizio, sostenendo che l’operazione compiuta dal marito era una tipica donazione indiretta e negava la sussistenza dei presupposti della domanda di revocazione della donazione. Con sentenza pubblicata il 6.11.2018 il Tribunale, qualificata l’intestazione del 50% dell’immobile in favore di Caia quale atto dissimulante una donazione indiretta, riteneva non sussistere i presupposti della revoca della donazione per ingiurie e rigettava le domande di Tizio. Quest’ultimo proponeva appello e con il primo motivo lamentava l’erronea qualificazione quale donazione indiretta dell’atto di acquisto della comproprietà del bene immobile oggetto di causa. La motivazione del primo Giudice, secondo Tizio, era in contrasto con il contegno processuale dell’appellata, la quale non aveva mai contestato l’operato dell’ex coniuge come procuratore generale, sia in relazione alla compravendita che con riferimento all’accensione del mutuo ipotecario cointestato, tenuto conto altresì che non aveva svolto alcuna azione diretta contro il marito per un accertamento eventuale di mala gestio del procuratore generale. Neppure era fondata, secondo Tizio, la motivazione del Giudice di primo grado con riferimento alla presumibile volontà del notaio di compiere una liberalità in favore della moglie, in ragione della serenità del rapporto coniugale, in quanto situazione smentita dai fatti e dai documenti di causa. Con il secondo motivo, il notaio denunciava l’errore in cui sarebbe incorso il Giudice di primo grado, ritenendo sussistente l’animus donandi, non avvedendosi del fatto che buona parte del prezzo della compravendita proveniva dalla provvista di un mutuo cointestato, stipulato all’uopo a nome di entrambi, con conseguente esclusione dell’animus donandi. Con il terzo motivo si doleva del rigetto della domanda di revocazione per ingratitudine, ritenendo sussisterne i presupposti. LA SENTENZA. La Corte d’appello ha ritenuto di trattare congiuntamente i primi tre motivi per la loro stretta connessione. I giudici di secondo grado hanno anzitutto rilevato che l’appellata non aveva mai contestato l’avvenuto pagamento, solo da parte dell’ex coniuge, di tutte le somme spese per l’acquisto dell’immobile oggetto di causa, intestato ad entrambi per il 50% ciascuno; e neppure aveva contestato le modalità di pagamento dedotte dall’appellante, sostenendo la tesi della donazione indiretta accolta dal primo Giudice. Neppure risultava contestato che il marito avesse partecipato all’atto di compravendita o all’atto di mutuo, sia in proprio sia in forza di procura generale della moglie. Ai fini della qualificazione dell’operazione negoziale, la Corte ha ricordato che la donazione tipica, prevista dall’art. 769 c.c., è l’atto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto assumendo verso la stessa un’obbligazione. Le altre liberalità, dette anche donazioni indirette contemplate dall’art. 809 c.c., come liberalità risultanti da atti diversi dalla donazione tipica, hanno in comune, con la donazione tipica, l’arricchimento senza corrispettivo, ma si distinguono perché l’arricchimento del beneficiario non si realizza con l’attribuzione di un diritto o con l’assunzione di un obbligo da parte del disponente, ma in modo diverso, e cioè attraverso uno schema negoziale con causa diversa oppure attraverso la combinazione di più atti e negozi. La riconduzione all’uno o all’altro schema negoziale dell’atto oggetto di causa ha conseguenze rilevanti. Il codice civile estende infatti anche alla liberalità indiretta le disposizioni riguardanti la revocazione per ingratitudine, ma, nel contempo, esclude l’applicabilità delle norme riguardanti la forma dell’atto di cui all’art. 782, essendo la forma solenne prevista solo per la donazione tipica. Per la validità delle donazioni indirette, invece, non è richiesta la forma dell’atto pubblico, essendo sufficiente l’osservanza della forma prescritta per il negozio tipico utilizzato per realizzare lo scopo di liberalità. Nel caso di specie, l’ipotesi di acquisto di un immobile con denaro proprio del disponente e intestazione in tutto o in parte ad altro soggetto, si configura la donazione indiretta dell’immobile e non del denaro impiegato per l’acquisto. La liberalità si realizza infatti in via indiretta con l’arricchimento del destinatario della liberalità, sicché l’intenzione di donare emerge non già in via diretta dall’atto, ma solo in via indiretta dall’esame necessariamente rigoroso di tutte le circostanze di fatto del singolo caso, nei limiti in cui risultino tempestivamente e ritualmente dedotte e provate in giudizio da chi ne ha interesse. Ha osservato la Corte che nel caso, invece, in cui la liberalità non si realizzi attraverso l’acquisto con denaro proprio del disponente, ma tramite l’accollo interno del mutuo contratto dal donatario, la soluzione è diversa. In questo caso, la giurisprudenza ha ritenuto che configuri una donazione diretta, e non indiretta, l’accollo interno con cui l’accollante, allo scopo di arricchire il donatario con proprio impoverimento, si sia impegnato nei confronti di quest’ultimo a pagare all’istituto di credito le rate del mutuo bancario. Ciò in quanto la liberalità non è un effetto indiretto, ma la causa dell’accollo, sicché l’atto, non rivestendo i requisiti di forma prescritti dall’art. 782 c.c., deve ritenersi inidoneo a produrre effetti diversi dalla soluti retentio di cui all’art. 2034 c.c.. Nell’ipotesi in cui il pagamento dell’immobile sia effettuato in parte con denaro proprio del donante e in parte tramite provvista proveniente da un mutuo, la giurisprudenza di legittimità più recente ritiene che sussista ugualmente la donazione indiretta di un bene, nella specie l’immobile, laddove sia dimostrato lo specifico collegamento tra donazione e successivo impiego delle somme. Ciò premesso, nel caso di specie, la Corte ha ravvisato l’oggetto della liberalità nella percentuale di proprietà del bene acquistato pari alla quota di prezzo corrisposta con la provvista fornita dal donante. Peraltro, la donazione indiretta è configurabile anche nel caso in cui le somme messe a disposizione del donante soddisfino solo in parte l’obbligo di pagamento del prezzo della vendita, in quanto la liberalità non deve necessariamente tradursi in una corresponsione dell’intero prezzo, ma può riguardare anche solo una sua parte, sempre che sia dimostrato lo specifico collegamento tra dazione e successivo impiego delle somme. Nel caso in esame, dai numerosi atti del procedimento penale per maltrattamenti in famiglia iscritto a carico dell’appellante, era emerso che era il notaio a provvedere a tutte le esigenze della famiglia ed a mantenere il suo elevato tenore di vita. Per quanto dedotto dall’avvocato Caia e non contestato dal notaio Tizio, quest’ultimo aveva un reddito annuale di circa Euro 500.000,00, mentre la moglie aveva redditi modesti derivanti dall’attività di collaborazione presso lo studio del coniuge, pari ad Euro 15.000,00. In tale contesto la Corte ha ritenuto che la crisi coniugale non era ancora esplosa e che l’intestazione di metà della quota di proprietà dell’immobile alla moglie non poteva avere altro scopo se non quello di realizzare una liberalità in suo favore, nonostante la presenza di una procura generale che legittimava il marito ad agire in suo nome e per suo conto. Era emerso altresì che, anche dopo l’abbandono della casa familiare da parte della moglie, il notaio le aveva ancora manifestato il suo amore, cercando una riconciliazione. La Corte ha ritenuto inoltre che la spontaneità dell’attribuzione patrimoniale non è incompatibile con la conflittualità esistente tra le parti al momento del contratto, poiché tale elemento fattuale è neutro rispetto alla causa della donazione. L’animus donandi poi era stato anche confessoriamente confermato dall’attore nel corso di due conversazioni registrate agli atti di causa, non contestate dall’attore in ordine alla loro autenticità e provenienza, e quindi utilizzate dalla Corte come elementi di valutazione. I Giudici veneziani hanno quindi concluso che la donazione indiretta dell’immobile fosse configurabile in proporzione alla parte di prezzo pagata dal notaio con la provvista proveniente dai propri conti personali. Pertanto, considerata la metà della somma pagata direttamente dall’appellante, che avrebbe dovuto essere pagata invece dalla contestataria dei beni, e pari ad Euro 116.940,00, la donazione indiretta posta in essere in favore di Caia era configurabile in relazione alla quota di immobile acquistata con tale somma, pari al 43,39% della quota di cui la donataria era proprietaria rispetto al totale 50%, di talché la donazione indiretta era riferibile al 21,69% dell’intera proprietà dell’immobile. Sul punto, la Corte ha quindi riformato parzialmente la sentenza di primo grado. I Giudici di secondo grado hanno rigettato la domanda di rimborso delle somme anticipate dal notaio, ritenendole rientrare nell’obbligazione di cui è gravato ciascun coniuge di contribuire ai bisogni della famiglia ai sensi dell’art. 143 c.c., non sussistendo, a seguito della separazione, un diritto di rimborso di un coniuge nei confronti dell’altro per le spese sostenute in modo indifferenziato per i bisogni della famiglia durante il matrimonio. Per quanto riguarda invece le somme versate per le rate del mutuo bancario contratto da entrambi, la Corte ha ritenuto non configurabile una donazione indiretta, distinguendo i pagamenti effettuati sino alla data della domanda di separazione personale da quelli effettuati dopo tale data. Prima di questa data, il pagamento delle rate integrava invero una forma di adempimento degli obblighi di contribuzione della vita familiare. Dopo tale data, i rapporti economici tra i coniugi erano stati sostituiti dai provvedimenti provvisori urgenti emessi dal Presidente del Tribunale e, posto che risultava che la moglie non avesse ottenuto alcun assegno di mantenimento in proprio favore, doveva ritenersi che l’obbligo di pagamento del mutuo tra debitori solidali fosse regolato dalla normativa generale nei rapporti interni. Pertanto la Corte veneta ha ritenuto che l’obbligazione gravava su entrambi, in pari misura, ai sensi dell’art. 1298 c.c., e che il debitore che abbia pagato l’intero debito abbia altresì diritto di regresso nei confronti dell’altro. La domanda del notaio di rimborso delle somme versate in pagamento del mutuo, con riferimento al periodo successivo alla data di deposito della domanda di separazione, è stata dunque qualificata come domanda di regresso interno, con obbligo della moglie di restituire all’ex coniuge quanto da questi pagato in eccedenza rispetto alla propria quota. La domanda di revocazione per ingratitudine è stata, poi, esaminata in relazione alla quota di immobile oggetto di donazione indiretta. A questo riguardo, i giudici di secondo grado hanno affermato che l’ingratitudine consiste in una condotta con la quale si rechi offesa all’onore o al decoro del donante, idonea a ledere gravemente il patrimonio morale della persona. La violazione al dovere di fedeltà dal coniuge in alcuni casi è stata ritenuta capace di riverberarsi sull’efficacia della pretesa donazione intercorsa tra gli stessi, ove sia idonea ad integrare gli estremi della ingiuria grave ai sensi dell’art. 801. La mera infedeltà, non altrimenti qualificata da circostanze gravemente ingiuriose, non viene ritenuta sufficiente a tal fine. L’ingratitudine del coniuge donatario non può quindi consistere nella mera circostanza di aver intrapreso una nuova relazione sentimentale, ma, semmai, di averlo fatto in modo ingiurioso per l’altro coniuge. La Corte, esaminato il quadro probatorio che emergeva dagli atti di causa, ha concluso nel senso della insussistenza dei presupposti per la revocazione. Con la sentenza di secondo grado quindi: (i) è stata accertata la donazione indiretta per il 43,39% della quota di cui Caia è titolare; (ii) è stata pronunciata la condanna di Caia a pagare le rate del mutuo scadute dopo la data del deposito del ricorso per separazione ed a rimborsare al marito la metà delle somme da questi pagate a tale titolo, dopo tale data; (iii) sono state respinte le altre domande proposte da Tizio. Allegati Corte appello di Venezia del 1.12.2020
14 MAR 2024 Questioni probatorie e procedurali attinenti i procedimenti di separazione e divorzio La nuova piattaforma del CNF per la trasmissione degli accordi di negoziazione assistita in materia di famiglia
14 MAR 2024 Biodiritto, bioetica e diritti umani L’Europa e l’intelligenza artificiale, tra fiducia nel cambiamento e gestione dei rischi
16 FEB 2024 Unioni civili La convivenza more uxorio prima della legge sulle unioni civili: l’assegno di mantenimento dovrà tenerne conto
16 FEB 2024 Biodiritto, bioetica e diritti umani La deindicizzazione per tutelare il diritto all’oblio nell’era di internet
16 FEB 2024 Separazione e divorzio Il Tribunale di Treviso affronta le problematiche relative alla procedura che permette il cumulo della domanda di separazione con quella di divorzio
11 GEN 2024 Affidamento ai servizi sociali L’affido “apparente” ai Servizi Sociali e le conseguenze di ordine processuale
11 GEN 2024 Responsabilità endofamiliare La consapevolezza del concepimento quale presupposto del dovere genitoriale di mantenere ed educare i figli