NEGOZIAZIONE ASSISTITA IN MATERIA FAMILIARE: CONVENIENTE PERCORSO O SENTIERO IMPERVIO?

6 GIUGNO 2018
PADOVA
SALA ROSSINI
CAFFÈ PEDROCCHI
via VIII Febbraio n. 15
dalle 15.00 alle 18.30
 

Nel novembre 2014 la negoziazione assistita venne introdotta nel nostro ordinamento, con finalità di deflazione del contenzioso, come procedura a cui le parti devono necessariamente ricorrere prima di esperire rimedi giudiziari o come possibilità di cui possono consensualmente avvalersi.
Tre anni dopo il Ministero della Giustizia ha pubblicato i dati raccolti dal CNF: ben l’85% delle controversie composte attraverso un procedimento di negoziazione rientrano nell’ambito familiare.
Basta questo a confermare che, allora, lo strumento della negoziazione assistita è, in materia di famiglia, efficace? Certamente no. Né questo dato, né l’entusiasmo di chi ha letto nella legge 162/2014 un attestato di grande stima nei confronti dell’avvocatura, che sarebbe diventata titolare di una nuova forma di giurisdizione, la “giurisdizione forense”, possono cancellare i dubbi e le perplessità che altra parte dell’avvocatura e della dottrina hanno immediatamente sollevato.
Ma tutti noi, sia che apparteniamo alla schiera degli entusiasti , sia che aderiamo a quello dei perplessi, sappiamo che la giustizia civile sta rapidamente cambiando e che soprattutto nella materia di famiglia, l’avvocato capace di usare gli strumenti di prevenzione o soluzione stragiudiziale risponde ai bisogni dei cittadini molto meglio del professionista del conflitto.
Delle ADR possibili - negoziazione assistita, pratica collaborativa, mediazione - dovremmo dunque conoscere limiti e vantaggi per poter scegliere in ogni occasione quella che può fornire le soluzioni più adeguate ai problemi dei nostri clienti.
Questo convegno cercherà di indagare sulla negoziazione assistita, affrontando i punti critici più o meno evidenti.
Alcuni riguardano la procedura volta al raggiungimento dell’accordo; alcuni la forma dell’accordo stesso o le sue caratteristiche: per legge titolo esecutivo idoneo ad iscrivere ipoteca giudiziale, ma non sempre dotato della stessa efficacia dei provvedimenti giudiziari e non sempre capace di “reggere” lo stesso contenuto.
Altri riguardano le responsabilità anche deontologiche che siamo chiamati ad assumere sotto il profilo della completezza delle informazioni, delle certificazioni e trasmissione degli accordi, della lealtà e riservatezza, della considerazione dell’interesse dei minori coinvolti...
Ne uscirà probabilmente un quadro non esilarante. Ma non potremo, per questo, cancellare la negoziazione dalla nostra prospettiva e tantomeno potremo scegliere di bandire le Adr dalla professione. Ciò che possiamo scegliere è se farsi travolgere dal cambiamento o imparare a padroneggiare la cassetta degli attrezzi che ci consente di rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini. E solo la seconda opzione “scegliere tenendo conto delle esigenze dei cittadini” ci restituirà la dignità di una funzione sociale che abbiamo un po’ perduto.

La partecipazione al convegno è gratuita per i soci APF, mentre per gli altri avvocati è richiesto un contributo di 20 euro. Il bonifico deve essere effettuato sul conto corrente APF (IBAN IT 30 E 05387 61800 0000 0258 8713) ed allegato al modulo di iscrizione.

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