PRESENTAZIONE

Questo numero speciale di APF, dedicato alla violenza di genere (fenomeno spesso endo e/o intrafamiliare), vuole raccogliere le indicazioni contenute nella Relazione 2021 (sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria) della Commissione parlamentare istituita dal Senato nel 2018 con il compito primario di vigilare sull’applicazione della Convenzione di Istanbul.

Sia la Convenzione che le recenti riflessioni istituzionali convergono sulla necessità di una specializzazione di tutti gli operatori che a vario titolo sono chiamati ad intervenire nel percorso di supporto e presa in carico delle vittime di violenza, avvocati compresi.

Il metodo indicato e auspicato è un approccio integrato che si realizzi non solo nel momento di intervento professionale ma ancor prima in quello formativo. Riflessioni, approfondimenti, formazione comune rappresentano quindi il sostrato culturale su cui innescare un effettivo ed efficace lavoro di rete.

Di qui un primo contributo di APF alla conoscenza e riflessione professionale: l’avvocato deve oggi acquisire strumenti adeguati per confrontarsi con situazioni complesse, che partono dalla storia della vittima per poi declinarsi in interventi in ambito giurisdizionale spesso sia penali che civili, percorsi di sostegno, protezione e diritti dei minori.

Come rilevato dalla Commissione, la prevenzione della violenza è strettamente connessa alla qualità della risposta sociale, soprattutto quella istituzionale, ancora arretrata rispetto agli approdi normativi internazionali, come risulta dal monitoraggio sulla realtà operativa Italiana di questi ultimi anni.

Anche la fotografia dell’avvocatura è risultata sconfortante, fra l’altro proprio per carenza di formazione e di consapevolezza della necessità di un tempestivo approccio interdisciplinare: la vittima di violenza è portatrice di una storia complessa, di difficoltà emotive che impegnano l’avvocato in un supporto e affiancamento personalizzati e specializzati. Il rischio da evitare è la possibile sottovalutazione della violenza (che spesso è propria anche della vittima) e quindi di una lettura scorretta della realtà che influisce direttamente sulle scelte difensive.

Adeguarsi ai principi della Convenzione è, quindi, un percorso non più procrastinabile e questo è il nostro contributo, frutto di un lavoro professionale comune e condiviso. Di qui i ringraziamenti della redazione a:

avv. Valentina Alberioli

avv. Cristina Arata

prof. Fabio Benatti - IUSVE

avv. Barbara Bottecchia

avv. Barbara Carnio

avv. Chiara Curculescu

avv. Rebecca Gelli

avv. Monica Mocellin

prof. Marco Monzani - IUSVE

avv. Mariangela Semenzato

avv. Catia Salvalaggio

avv. Anna Silvia Zanini

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