Riflessioni sulla Pandemia

«Molto più complesso di un semplice evento sanitario, la Pandemia rappresenta piuttosto una costruzione collettiva, in cui diversi saperi e svariate ignoranze hanno spinto nella stessa direzione.

Innocui eventi sportivi, profili social apparentemente insignificanti, governi fragili, giornali sull’orlo del fallimento, semplici aeroporti, anni di politica sanitaria, il pensare di innumerevoli intellettuali, comportamenti sociali radicati nelle più antiche tradizioni, App improvvisamente utilissime, il ritorno sulla scena degli esperti, il silenzioso esserci dei giganti dell’economia digitale: tutto ha lavorato per generare non un virus, ma una creatura mitica che dall’incipit di un virus si è impossessata di ogni attenzione, e di tutte le vite del mondo. Prima e più velocemente della malattia è quella figura mitica che ha contagiato l’intero mondo. Quella è la vera pandemia: riguarda l’immaginario collettivo prima che i corpi degli individui.

È la deflagrazione di una figura mitica, a una velocità e con una potenza che ha lasciato tutti sconcertati. A molti, non a caso, ha ricordato l’esperienza della guerra: le circostanze pratiche erano completamente differenti, non si sparava un solo colpo, non c’erano nemici, eppure quel che la gente ha registrato è che, nella memoria, l’unico altro evento che avesse avuto quell’inarrestabile efficacia pandemica era la Guerra. Stava allineando istintivamente la Pandemia alle altre grandi creature mitiche di cui si aveva memoria, accettando di prenderla per quello che effettivamente era: un contagio delle menti prima che dei corpi».

Queste parole di Alessandro Baricco, volutamente provocatorie, restituiscono con grande efficacia l’intensità psicologica emotiva fisica ed intellettuale con cui abbiamo vissuto questi due anni di crisi pandemica, che ha messo in discussione il nostro stile di vita, il nostro modello di sviluppo, i nostri modelli di governance democratica.

Restano e resteranno molti interrogativi e molte scelte da affrontare.

Per questo, nei limiti che questa sede consente, abbiamo riflettuto su alcune delle numerose tematiche che ci sono parse essenziali, anche in funzione di tutte le sfide che inevitabilmente ci aspettano.

A volte si è trattato più di condividere dei dubbi che certezze, ma anche questo fa parte della progressiva consapevolezza che ci deve portare verso azioni di maggiore responsabilità individuale e collettiva.

«Possiamo anche scegliere di considerare la Pandemia come una semplice emergenza sanitaria. Ma come non capire invece che è un urlo?

Un urlo di fatica e di ribellione. Essa dice che era una follia andare a quei ritmi, disperdere così tanta attenzione e sguardo, smarrire qualsiasi intimità con sé stessi, scambiarsi corpi nevroticamente senza fermarsi a contemplare il proprio, vedere molto fino a raggiungere una certa cecità, conoscere molto fino a non capire più nulla. Nel “rallenti” a cui ha costretto l’intero mondo, la Pandemia ha tirato fuori fotogrammi, dal film delle vite, che non si potevano vedere: spesso contenevano il volto dell’assassino, o il volo dell’angelo.»

E nella costrizione all’immobilità ha spalancato quarte dimensioni che si erano abbandonate” (Alessandro Baricco “Quel che stavamo cercando” Feltrinelli 2021)

 

Questo numero speciale è stato curato da:
Avv. Cristina Arata
Avv. Barbara Carnio
Dott. ssa Fiorella Guidolin

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